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PREMESSA
Lo scenario della recente pandemia ha coinvolto e colpito duramente tutte le fasce di età della popolazione. Adulti, Bambini, Adolescenti hanno dovuto fare i conti con le conseguenze delle politiche sanitarie messe in atto per garantire il distanziamento sociale.
Negli adolescenti, che già di per sé affrontano sfide evolutive complesse, l’esperienza pandemia ha avuto ricadute – anche importanti, sia a livello sociale sia psichico.
Le limitazioni alla mobilità, la chiusura delle scuole, il distanziamento fisico, la deprivazione motoria, hanno innescato un incremento di vissuti ansiogeni, di paura e, in certi casi, di aggressività in particolare nei nuclei in cui era presente un membro con disabilità/BES (Asbury et al., 2020; IRCCS Medea-La Nostra Famiglia, 2020; Toseeb et al., 2020).
L'incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia; un'ampia metanalisi, recentemente pubblicata su JAMA Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, ha dimostrato che oggi 1 adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e 1 adolescente su 5 segni di un disturbo d'ansia.
A Giugno 2020 il Ministero della Salute ha presentato un’indagine sull’impatto psicologico del lockdown nei minori promosso dall’Irccs Gaslini di Genova. Quello che è emerso è un aumento dei disturbi del sonno, ansia, depressione, isolamento, irritabilità.
Di qui, l’emergenza di attivare, all'interno della scuola, ed in particolare di una scuola superiore di II grado, un intervento volto alla promozione del benessere psicofisico e sociale, rivolto agli adolescenti, in un’ottica preventiva.
In cosa consiste un intervento di ascolto attivo?
Cosa vuol dire ascoltare in senso profondo e con una valenza psichica?
Intanto va distinta l’azione fisica dell’udire e del sentire da quella psichica, dell’ascoltare. Come tutti sappiamo udire è un fenomeno fisiologico, ascoltare atto psicologico che richiede un impegno cognitivo ed emotivo esplicitato nel riflettere sull’altro e nell’avere attenzione all’altro.
Parlare dell’ascolto nell’attuale società della comunicazione è molto importante, siamo immersi in una società piena di suoni e di rumori, di informazioni, in cui tutti parlano ma nessuno sembra disposto ad ascoltare.
Al di là di una maggiore o minore predisposizione personale all’ascolto, dobbiamo tener conto che la capacità dell’ascolto si può imparare e migliorare e potrebbe essere appresa già a scuola offrendo proprio ascolto e attenzione all’altro e alla centralità delle sue emozioni.
Questo tipo di ascolto è un ascolto dinamico che tiene conto delle pluralità di prospettive. L’ascolto attivo è una delle metodologie dell’educazione socio-affettiva di Thomas Gordon che mira non solo all’educazione della sfera cognitiva della personalità del bambino e dell’adolescente, ma anche a quella sociale e affettiva.
L’obiettivo è di educare, attraverso lo sviluppo di competenze relazionali e di intelligenza emotiva, ad una comunicazione autentica basata sull’ascolto non giudicante e alla comprensione empatica dell’altro.
La finalità dell''ascolto attivo di Gordon che viene, anche definito ascolto riflessivo è di restituire quello che ti viene detto ma con parole diverse per facilitare i meccanismi di elaborazione psichica e di significazione emotiva fondamentali soprattutto per il superamento di condizioni particolarmente dolorose o traumatiche.
L'ascolto riflessivo è empatico e, in quanto tale, permette la condivisione emotiva e la sintonizzazione affettiva che risulta necessaria per ogni processo di metabolizzazione di stati di disagio e di sofferenza interiore.
INTERVENTO
Attraverso l’utilizzo del Metodo Gordon sull’ascolto attivo e riflessivo si può riuscire a costruire un clima comunicativo, non giudicante e accogliente, disteso, sereno e potenzialmente supportivo in cui la dimensione dell'ascolto si rivela più importante della dimensione del parlare.
Sulla base di tale metodologia, l’intervento del Progetto di Ascolto in una scuola superiore di II grado, ha l’obiettivo di instaurare con studenti, famiglie e personale scolastico una atmosfera di empatica accoglienza dell’altrui vissuto che miri, progressivamente, alla co-costruzione di un orizzonte di senso e conduca a una condivisione in grado di facilitare l’elaborazione di latenti vissuti di pena e di sofferenza, potenzialmente generatori di patologia psichica.
Il metodo Gordon dell’ascolto attivo ed empatico non rientra nella psicoterapia.
Il suo scopo non è quello di "ristrutturare” la personalità del soggetto ma di accompagnarlo in un breve percorso di chiarificazione interna rispetto alla gestione delle emozioni emergenti, pertanto non genera dipendenza psicologica ma offre importanti occasioni di messa a fuoco interna rispetto al proprio modo di fronteggiare un problema e di gestire emozionalmente un disagio generatosi in condizioni post traumatiche da stress psicologico come, ad esempio, quello correlato al vissuto della pandemia.
Questa modalità di ascolto ha la possibilità di favorire nella persona, attraverso il processo empatico che si attiva durante il colloquio, una presa di contatto con aspetti di sé appena in ombra e vicini alla coscienza (ma di cui non si è pienamente consapevoli) per avviare un percorso di autoconoscenza e di autocontrollo emotivo.
Ad integrazione e supporto della metodologia di educazione socio-affettiva e del metodo dell’ascolto attivo di Gordon, il progetto di intervento si realizza anche attraverso la scelta di un programma di natura psicoeducativa.
La Psicoeducazione rappresenta una modalità di supporto per qualsiasi attività di promozione, prevenzione e abilitazione di risorse e competenze. Attraverso l’utilizzo di semplici tecniche cognitive e comportamentali si prevede l’implementazione sempre più graduale e consapevole di abilità promotrici di un benessere individuale e relazionale.
L’intervento psicoeducativo dunque, si configura come un’attività informativa e orientativa circa le dinamiche sottese al disagio.
OBIETTIVI
● offrire uno spazio di narrazione in cui poter raccontare e condividere i timori e le paure generati dall’attuale condizione pandemica;
● riconoscere le proprie emozioni attraverso la loro “messa in parola”;
● accogliere l’intensita’ delle risposte emotive collegate all’attacco alla propria integrita’ corporea generate dal rischio del contagio;
● restituire al vissuto di disorientamento e smarrimento derivante dall’isolamento e dalla solitudine un contesto spazio-temporale contenitivo in cui riappropriarsi delle proprie coordinate esistenziali attivando risposte di resilienza;
● offrire uno spazio per il corretto riconoscimento delle problematiche psicologiche e sociali derivanti dalla diffusione del covid-19 al fine di attivare capacità di coping e di resilienza dei singoli e della comunità scolastica; ● rinforzo e supporto di strategie funzionali messe in atto da individui e gruppi della comunità scolastica in relazione alla condizione emergenziale pandemica; ● ripristino degli equilibri e delle dinamiche di funzionamento dell’organizzazione umana “scuola” nella fase post pandemica.
SEDE DELL'INTERVENTO E RIFERIMENTI NORMATIVI
Il progetto ha visto la sua prima attivazione presso l'Istituto Tecnico Statale Per Geometri "G.B. Della Porta - G. Porzio" e si inserisce normativamente nelle finalità della Legge 170/2010 (art.2), del Decreto "La buona scuola" legge 13/07/2015 n 107, della Direttiva Ministeriale del 17/05/2018 n 1143 e nelle indicazioni della direttiva BES del 27/12/2012.
DESTINATARI DELL’INTERVENTO
● studenti
● personale scolastico
TEMPI
80 ore totali di colloquio/consulenza psicologica
Per ogni utente che accederà al servizio sono previsti 3 Incontri individuali della durata di 45 minuti ciascuno
I colloqui potranno avvenire in presenza o a distanza con l’ausilio di tecnologie informatiche.
MONITORAGGIO -VERIFICA
L’efficacia di uno sportello di consulenza psicologica nella scuola rappresenta un fattore di valutazione non verificabile in modo immediato e in un momento cristallizzato appena dopo la sua attuazione, in quanto ciò che viene messo in moto (un processo di significazione, di riflessione, di autoconsapevolezza, di empowerment, di riappropriazione di senso rispetto a vissuti di sofferenza post traumatica) non è immediatamente quantificabile.
Tuttavia valutare in ante e post-ante, attraverso un questionario qualitativo, l’utilità dello sportello per gli studenti e il personale scolastico, è un primo processo per constatare o meno l’efficacia dell’intervento.
Inoltre, rendicontare e monitorare la raccolta delle domande di aiuto spontanee e i processi di identificazione attiva dei bisogni risulta essere un primo modo per verificare l’utilità dell'intervento e la sua partecipazione.