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Rifiuto scolare
Andare a scuola per molti bimbi è spesso fonte di capricci e di lotte mattutine, ma in alcuni casi il rifiuto per la scuola potrebbe essere indice di un malessere più profondo. La scuola è un ambiente sicuramente molto importante per il bambino, in quanto è proprio in questo luogo che si verifica la scoperta di sé e del mondo circostante. È uno spazio dove ci si può sentire protetti, ma, talvolta, diventa fonte di preoccupazioni, disagi e paure. Si parla, infatti, di fobia scolastica. Quest’ultima colpisce prevalentemente bambini di 5-6 anni, di 10-11 anni o in adolescenti tra i 12 e i 15 anni.
Si definisce rifiuto scolare se il sintomo dura per almeno due settimane o anche per periodi più brevi, a patto che i comportamenti di rifiuto interferiscano con l’intero funzionamento familiare. Il comportamento, inoltre, può essere acuto se dura da due settimane ad un anno, cronico se si verifica per almeno due anni scolastici.
Il rifiuto scolare è senza dubbio un problema che coinvolge varie figure, per cui è importante poter effettuare un lavoro di rete tra scuola, famiglia e altri professionisti che hanno in carico il bambino. Tale sinergia avrà l’obiettivo di lavorare in sinergia e di utilizzare delle strategie condivise al fine di ridurre il comportamento problema.
Il professionista avrà il compito di:
- Aiutare il bambino ad identificare il problema;
- Consentire al bambino di riformulare pensieri disfunzionali attraverso situazioni di role-playing e simulazioni di diverse situazioni reali o immaginarie che provocano disagio;
- Individuare con il bambino strategie alternative per fronteggiare il problema;
- Sostenere il bambino nel mettere in pratica le soluzioni individuate e verificarne l’efficacia;
- Favorire il mantenimento dei risultati ottenuti.
La nostra équipe dispone di professionisti in grado di aiutare i bambini a fronteggiare il loro disagio. Attraverso un intervento specifico e personalizzato, il bambino viene condotto in modo graduale ad entrare in contatto con le situazioni che gli causano i maggiori stati d’ansia.